Cellule Staminali e tumore: cosa è vero cosa no.

L’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), un ente privato senza fini di lucro nato nel 1965 grazie all’iniziativa di alcuni ricercatori dell’Istituto dei Tumori di Milano, fra cui il Prof. Umberto Veronesi e il Prof. Giuseppe Della Porta, e al prezioso sostegno di noti imprenditori milanesi s’impegna a:

  • Raccogliere fondi e finanziare progetti di ricerca oncologici svolti presso Laboratori Universitari, Ospedali e Istituti Scientifici;
  • Assegnare borse di studio a giovani ricercatori in modo da migliorare le loro conoscenze e abilità;
  • Coinvolgere e informare il pubblico sui progressi compiuti dalla ricerca oncologica.

Vista la recente proliferazione di notizie riguardo ai “miracoli” delle cellule staminali e il loro impiego contro vari tipi di tumore, la suddetta associazione ha voluto fare chiarezza per evitare cosi false speranze e magari delusioni da persone affette.

L’AIRC dunque comunica che:

Le cellule staminali sono cellule non specializzate che hanno la capacità, riproducendosi, di trasformarsi in altri tipi di cellule più specializzati. Non tutte le cellule staminali hanno le stesse caratteristiche: quelle provenienti dagli embrioni, dal liquido amniotico o dai villi coriali sono in grado di trasformarsi in quasi ogni tessuto del nostro organismo; quelle provenienti dal sangue del cordone ombelicale e dai tessuti adulti possono dare origine solo ad alcuni tipi di tessuti.

Le cellule staminali sono usate nella ricerca medica nella speranza di poter un giorno sostituire qualsiasi tessuto o organo malato del corpo, ricreandolo in laboratorio.

Nella ricerca sul cancro si utilizzano per studiare i meccanismi alla base della proliferazione delle cellule tumorali. Al momento, le cellule staminali sono utilizzate come terapia oncologica solo nella forma del trapianto di midollo osseo, utilizzato per curare alcuni tipi di tumori del sangue.

Le cellule staminali tumorali, invece, sono cellule tumorali con capacità pressoché infinite di riproduzione e grande resistenza alle terapie: per questo motivo sono studiate nella ricerca oncologica come bersaglio di alcune delle più innovative terapie antitumorali.

I tumori però sono “suscettibili” e non amano essere “strapazzati”. Le cellule non comprendono solo il linguaggio degli stimoli chimici, ma anche quello delle sollecitazioni meccaniche. A determinarne il comportamento non sono solo i loro geni, dall’interno, e vari tipi di sostanze, dall’esterno, ma anche stimoli di natura meccanica: il contatto, la pressione, lo stiramento del tessuto circostante.

Un nuovo studio, infatti, rivela che le distorsioni dell’architettura dei tessuti che caratterizzano i tumori, lungi da essere una conseguenza, possono contribuire come concausa allo sviluppo della malattia”.

 

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