Ginko Biloba possibile aiuto per ‘rigenerare’ il cervello dopo l’ictus

Essere colpiti da un ictus è sempre devastante e spesso le possibilità di recuperare totalmente le funzionalità cerebrali sono davvero molto poche.

Una speranza, tuttavia, arriva dai ricercatori dell’Università di Toledo in Ohio, che hanno scoperto come i topi trattati con Ginkgo Biloba mostrassero una maggiore neurogenesi, ovvero una migliore rigenerazione neuronale. Ciò, secondo gli scienziati, sarebbe dovuto a un’aumentata espressione di una proteina denominata hemeoxygenase 1 che ha il preciso ruolo di attivazione della neurogenesi.

Questa nuova soluzione va per il momento affiancata a tutte le tecniche di riabilitazione e di sostegno, sebbene l’obiettivo è quello di farla divenire l’unica cura adatta al recupero post ictus. Al momento però sussistono ancora troppi dubbi e vanno verificate molte altre cose, prima di dare il via libera.

Quando si parla di neurogenesi – per esempio in un cervello adulto – si parla di proliferazione e di migrazione di cellule staminali conosciute anche con la definizione di “progenitrici neuronali” o NSC. Subito dopo un ictus, si attiva una forte proliferazione e migrazione di queste cellule ma nonostante ciò non si crea una situazione che garantisce la sopravvivenza del soggetto. E’ come se tutto avvenisse senza regole, secondo modalità “impazzite”. Invece, grazie all’uso di questo nuovo trattamento a base di Ginkgo Biloba, la stessa proliferazione e migrazione potrebbe essere controllata e portare a una più veloce rigenerazione del cervello ferito.

Gli scienziati concludono che l’efficacia del Ginko Biloba dovrebbe essere ulteriormente testata per confermarne la validità e l’innocuità del prodotto. Ma ribadiscono anche l’urgenza nel cercare al più presto una cura per il recupero cerebrale in seguito a un attacco di ictus.

Un commento su “Ginko Biloba possibile aiuto per ‘rigenerare’ il cervello dopo l’ictus”

  1. malata di sm ho utilizzato per anni il Ginko biloba con risultati,per me,discreti ma tenendo conto che non sono una ricercatrice e che la mia patologia è per certi aspetti diversa,posso dare un giudizio positivo per l ictus aiuta il paziente-

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