Grazie alle staminali riprodotto il dolore in provetta

Riprodotto per la prima volta il dolore in provetta. Dopo sei anni di ricerche cellule della pelle umana sono state trasformate in cellule nervose che rispondono agli stimoli, che provocano dolore acuto e infiammazione. Descritto sulla rivista Nature Neuroscience, il risultato si deve a un gruppo di ricerca dell’Università americana di Harvard. Questa scoperta potrà aiutare a sviluppare nuovi farmaci contro il dolore e a capire perché nelle persone la risposta alla sofferenza fisica è diversa e cosa genera il dolore cronico.

Un traguardo ottenuto grazie allo sviluppo della tecnologia, che ha permesso alle cellule ordinarie della pelle di essere riprogrammate e “indotte” a mutarsi in cellule staminali. Lo studio si deve ad un team guidato dal dottor Clifford Woolf, della Harvard Medical School, il quale ha utilizzato un cocktail di “fattori di trascrizione”, ossia proteine che controllano l’attività dei geni, per trasformare le cellule di topo e della pelle umana direttamente in neuroni preposti alla sensazione del dolore.

Dopo una serie di fallimenti il gruppo di ricercatori ha raggiunto l’obiettivo. In un primo tentativo, l’equipe avevano tentato di ottenere neuroni sensibili al dolore da cellule staminali embrionali, ma l’esperimento non aveva portato ad alcun risultato. Successivamente il gruppo di lavoro ha adottato un’altra metodologia; ha prima trasformato cellule della pelle in staminali chiamate pluripotenti indotte, immergendole in un cocktail di geni che le ha fatte tornare indietro nel tempo e poi, grazie ad un latro mix di geni, queste cellule sono state trasformate in neuroni.

“Penso che la capacità di produrre i neuroni del dolore umano sia molto importante; inoltre, il nostro fallimento con le cellule staminali embrionali ci ha portato a lavorare con i campioni di tessuto adulto, rendendo la tecnologia clinicamente più rilevante e semplice da un punto di vista della raccolta da pazienti affetti da diversi tipi di dolore” ha commentato il coordinatore del lavoro, Clifford Woolf.

La sperimentazione è stata portata avanti sia con della pelle umana sia di cavie da laboratorio. “Abbiamo prelevato neuroni del dolore maturi da topi e abbiamo scoperto fattori di trascrizione, ossia geni, che non erano stati descritti prima – ha detto ancora Woolf –  Abbiamo ottenuto i neuroni sensibili al dolore utilizzando un totale di cinque geni, di cui tre fino ad allora sconosciuti“.

I neuroni creati in laboratorio, si è visto, rispondono sia agli stimoli intensi innescati da una lesione fisica, sia agli stimoli innescati dalle infiammazioni che provocano un dolore meno intenso. Ancora Clifford Woolf ha commentato: “Il fatto che le cellule rispondono a entrambi i tipi di dolore conferma che i neuroni sviluppati in laboratorio funzionano come quelli naturali“.

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