Rene creato dalle staminali!

Degli scienziati australiani sostengono di aver creato il primo organo umano complesso prodotto da cellule staminali.

I ricercatori dell’università di Queensland sono riusciti a “coltivare un piccolo rene in laboratorio e tale passo in avanti – come riportato sulla rivista Nature Cell Biology – apre nuove possibilità per il trattamento di un terzo degli australiani a rischio di sviluppare la malattia renale cronica.

Ed è probabile che avrà un’applicazione ancor più immediata nella produzione di reni “cavia” per la sperimentazione di farmaci, non correlati alla malattia renale con enormi potenziali risparmi di costi e di tempo.

Il costo medio è di mezzo miliardo di dollari per portare qualsiasi farmaco sul mercato, e questo è in gran parte il perché la maggior parte dei farmaci non diventano accessibili oppure lo diventano troppo tardi“, ci dice la team leader dell’Istituto per le Bioscienze Molecolari, Melissa Little. “Tre sono gli organi che vengono spesso danneggiati dai farmaci: fegato, cuore e reni. Se si potesse testare in precedenza quali farmaci sono tossici per il rene, non si andrebbe a spendere mezzo miliardo di dollari“.

La professoressa Little ha detto che gli scienziati sono già creando dei nervi dalle cellule staminali. C’erano stati “alcuni progressi” nella produzione di cellule e componenti dell’occhio e del cervello, del cuore e del sangue. Ma creare organi più grandi non era possibile. Sino ad ora.

Mentre gli scienziati potrebbero un giorno essere in grado di crescere dei reni “maturi” persino per trapianti, la dottoressa Little ha detto questo non era l’unica via per il trattamento. Altre possibilità comprendono la crescita di “piccoli organi” a fini diagnostici e il trapianto di “di mini reni a grappoli” onde aumentare la funzione renale dei pazienti.

Ma questi sviluppi richiederanno almeno un decennio di ricerca; La prossima sfida è di trovare un ambiente di crescita tridimensionale. “Il trucco è ora di vedere se possiamo fare “palle” di cellule che sono galleggianti, o in una sorta di bioreattore che permette loro di crescere in una forma più tridimensionale. Allora la domanda sarà quanto mature le possiamo creare, se saranno funzionali, e cosa vogliamo ottenere con loro?“.

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