Ricercatori del cancro scoprono le cellule staminali pre-leucemiche!

Dei ricercatori canadesi hanno scoperto una cellula staminale pre-leucemica, che può essere alla base della leucemia mieloide acuta e nel contempo la cellula responsabile di eludere la chemioterapia e innescare una ricaduta in pazienti che sono andati incontro alla remissione.

In un documento pubblicato online ieri, Mercoledì, sulla rivista Nature, questi ricercatori guidati da John Dick della Princess Margaret Cancer Centre di Toronto hanno reso nota la scoperta di una cellula staminale pre-leucemica – il precursore appunto delle cellule staminali leucemiche che danno origine alla malattia.

Una cellula staminale leucemica… può rimanere inerte, e sono questi che in un secondo tempo sosterranno la “crescita” della malattia“, ha detto Dick in un’intervista. “Queste cellule pre-leucemiche sono fondamentalmente gli antenati che sono sulla strada per diventare leucemia e cellule staminali leucemiche“.

La ricerca suggerisce anche che queste cellule staminali primordiali potrebbero essere contrastate da un farmaco che avrebbe il potenziale di fermare la malattia in una fase elementare.

Per la prima volta, possiamo riconoscere che per una malattia che normalmente viene diagnosticata quando la persona entra in clinica, c’è la possibilità di diagnosticarla in precedenza“, ha continuato Dick.

“Ora abbiamo un potenziale strumento per la diagnosi precoce che può consentire un intervento precoce prima dello sviluppo della LMA conclamata. Possiamo, in aggiunta, monitorare la remissione e iniziare la terapia bersagliando tali cellule staminali pre-leucemiche onde prevenire le possibili ricadute“.

Ricordiamo che per leucemia mieloide acuta (LMA o LAM) in campo medico, s’intende una neoplasia del sangue di carattere maligno. Essa è caratterizzata dalla proliferazione di elementi cellulari immaturi chiamati “blasti”. La mortalità varia secondo l’età calcolata da 2,7 a 18 ogni 100.000. E’ più comune negli adulti dai 65 anni in su, e gli uomini sono leggermente più propensi a sviluppare la malattia rispetto alle donne.

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