Staminali per curare la cardiomiopatia dilatativa ischemica!

I ricercatori vogliono scoprire se i pazienti con insufficienza cardiaca debilitante possono trarre beneficio da avere le proprie cellule staminali iniettate nel loro muscolo cardiaco malato.

La condizione di cardiomiopatia dilatativa ischemica, è una grave malattia attualmente incurabile derivante dalla compromissione significativa del flusso di sangue al muscolo cardiaco, così come da attacchi di cuore, che lasciano il muscolo debilitato e inefficiente e i pazienti incapaci di svolgere attività persino di routine.

Vogliamo sapere se la terapia con cellule staminali potrebbe diventare un’opzione per pazienti che sono essenzialmente a corto di alternative“, ci dice il dottor Adam Berman, electrophysiologist presso il Medical College of Georgia e direttore di Cardiac Arrhythmia Ablation Services presso il Georgia Regents Health System. “Si tratta di una possibilità molto eccitante e una terapia potenziale, e questi studi sono progettati per vedere se funzionerà“.

Berman è il capo ricercatore di uno studio multi-sito in cui le cellule staminali vengono prelevate dal midollo osseo, il loro numero è poi aumentato in modo significativo da una tecnologia sviluppata da Aastrom Biosciences, prima di venire iniettati in più punti deboli nel cuore. La procedura viene eseguita nel laboratorio di Elettrofisiologia, dove Berman infila un catetere in un’arteria che va dall’inguine al cuore. Mappe tridimensionali del cuore sono create digitalmente onde fornire un quadro chiaro della sua geografia naturale, nonché i principali siti di danno.

Il cuore di ognuno è diverso, il loro carico cicatriziale è diverso, tutto è diverso“, spiega Berman. Da questo punto di vista, piccoli aghi – dalle dimensioni simili a quelli utilizzati per le prove della pelle – vengono usati per fare circa 12-20 iniezioni strategici di cellule staminali mesenchimali, che possono differenziarsi in una varietà di tipi cellulari. In questo caso, i ricercatori sperano che queste cellule migliorino il flusso sanguigno e la funzione del cuore.

Le opzioni di trattamento per l’insufficienza cardiaca comprendono terapie di prima linea come i diuretici fino a misure più estreme come i dispositivi di assistenza ventricolare impiantabili e persino un trapianto di cuore.

I pazienti che possono beneficiare di questa prova hanno già esplorato le altre opzioni esistenti e devono avere un defibrillatore interno, uno standard di cura in questi pazienti onde evitare la morte improvvisa da un ritmo cardiaco anormale. Prima dell’iscrizione, un cardiochirurgo e un cardiologo intervistano i pazienti onde escludere altri trattamenti volti ad “aprire” le arterie coronarie del paziente.

Anche se resta molto lavoro da fare, Berman spera che la terapia con le cellule staminali possa un giorno essere una parte di un intervento precoce per aiutare a fermare l’insufficienza cardiaca dal progredire sino ad un avanzato stato di debilitazione. “Speriamo che questo sia il futuro” si augura Berman.

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