Caso Stamina, le infusioni bloccate e le reazioni

“Le ordinanze dei giudici civili prescindono da valutazioni scientifiche e si basano sulla speranza”. Ma per tutelare la speranza non si possono commettere reati: è questo il senso della decisione del Gip di Torino, Francesca Christillin che, su richiesta del pm Raffaele Guariniello, ha disposto il sequestro preventivo delle cellule e delle apparecchiature usate per il metodo Stamina agli Spedali civili di Brescia.

I pareri negativi delle autorità sanitarie italiane come l’Aifa, il Ministero della Salute, board di saggi e comitati tecnici scientifici, oltre a una pronuncia della Corte di giustizia europea, permettono alle toghe piemontesi di superare lo scoglio delle sentenze favorevoli dei 164 giudici italiani, che nella sostanza non si pronunciarono sulla validità scientifica: viene citato un giudice di Trapani che, nel suo provvedimento, sottolinea che “non sa e non può sapere” se la metodica Stamina funziona o meno.

Il rischio che Stamina non riprenda più le attività è molto alto. Non potendo più disporre di materiale da infondere non possiamo certo svaligiare la criobanca, ma credo che le famiglie non abbandoneranno la battaglia per la difesa dei loro diritti e questo mi fa ben sperare”. E’ quanto afferma il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, che commenta così la notizia del sequestro preventivo da parte dei Nas di apparecchiature e cellule staminali a Brescia.

Siamo sconvolti stavamo partendo in vista del ricovero di Noemi domani. Sono riusciti nel loro intento, mentre la legge ci aveva dato ragione”. Sono state le prime parole rilasciate alla stampa dal padre della bimba di due anni di Guardiagrele (Chieti) affetta da Sma1. “Ci si mobilita per la Sla, mentre i malati di Sma sono lasciati soli. Se qualcuno può aiutarci lo faccia”, ha aggiunto.

Non ci si può rendere complici degli sciamani” e, quindi il pm Raffaele Guariniello sequestrando i preparati e bloccando le infusioni praticate da Stamina negli Spedali di Brescia “ha fatto quel che andava fatto quando si è in presenza di farmaci, e uso questa parola tra virgolette, inefficaci e pericolosi”. Elena Cattaneo, ricercatrice di fama mondiale, cofondatrice e direttore di UniStem, il Centro di Ricerca sulle Cellule Staminali dell’Università Statale di Milano, coordinatore del consorzio europeo Neurostemcellrepair  e dall’agosto dello scorso anno senatrice a vita, non ha dubbi sulla assoluta necessità del provvedimento assunto dal magistrato torinese.

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