Creati in laboratorio i precursori di spermatozoi e ovuli

Una notizia destinata a far discutere. Un gruppo di scienziati del Weizmann Institute of Science (Israele) e della Cambridge University (Inghilterra) è riuscito nell’impresa di produrre artificialmente – a partire da staminali embrionali e da cellule adulte- cellule germinali primordiali, precursori di sperma e ovuli. A darne notizia con un’ampia pubblicazione è la prestigiosa rivista Cell. Un risultato che secondo quanto dichiarano i ricercatori potrebbe chiarire alcuni processi relativi allo sviluppo e, in futuro, permettere nuovi sviluppi nel campo della medicina riproduttiva.

La creazione di cellule germinali primordiali è uno dei primi eventi duranti lo sviluppo precoce dei mammiferi”, spiega Naoko Irie, primo autore dello studio.

In passato era già stato trovato un modo per ottenerle a partire da cellule staminali di roditori. “Fino ad oggi però poche ricerche lo hanno fatto sistematicamente utilizzando cellule staminali umane”, sottolinea Irie, spiegando che sono state evidenziate “differenze significative nello sviluppo dell’embrione umano rispetto a quello dei roditori che potrebbero indicare che i risultati degli studi sui topi e sui ratti potrebbero non poter essere direttamente applicati all’uomo”.

Intanto “siamo assolutamente entusiasti”, ha riferito alla stampa britannica il professor Azim Surami, che ha guidato la ricerca, “e ci vorranno dai cinque ai sette anni per iniziare a trattare i pazienti con questa nuova tecnica”.

Così, appunto, anche le coppie non fertili potranno avere figli completamente biologici!

E secondo il professor Surani, la nuova tecnica darà anche speranze per la ricerca contro i problemi dell’invecchiamento e contro il cancro. Ma il campo della procreazione è quello che promette comunque maggiori risultati. Secondo l’Università di Cambridge, la prossima mossa sarà quella di produrre testicoli e ovaie di sintesi, degli “organoidi” da laboratorio in grado di formare al loro interno i gameti. Il problema etico, secondo l’Università di Cambridge, non dovrebbe presentarsi, anche perché’, dal punto di vista legale, al momento, questa tecnica non infrangerebbe alcuna legge.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *